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Total Foot Analysis Test

27/10/2020

Un protocollo sul monitoraggio e sul miglioramento della propriocezione nell’atleta

“Nel calcio, come nel settore dell’orologeria, il talento e l’eleganza non significano nulla, senza rigore e precisione”. In questa frase di Lionel Messi è racchiuso un segreto che non tutti conoscono, atto a percepire il calcio in due forme: estro, talento e fantasia da un lato e dall’altro allenamento, perseveranza e analisi dei dati. Ed è proprio grazie alla fusione di queste due realtà che la nostra vista può essere allietata da giocatori come Messi. In questo breve trattato vorrei focalizzarmi proprio su questo aspetto, ossia sull’importanza di rendere l’orologio di Messi più preciso (nel nostro ambiente oserei dire più performante) possibile.

Ho avuto la possibilità di lavorare due anni nell’orbita Barcellona e vedere da vicino questi grandi campioni all’opera e ho maturato che non c’era solo il puro talento dietro ad ogni singola giocata, ma un’analisi minuziosa di ogni singolo dato e di ogni singolo gesto tecnico. Ritornato in Italia ho voluto creare un protocollo di lavoro atto a monitorare e migliorare ogni atleta a livello prestazionale, partendo dalla personale propriocezione corporea e sono riuscito a svilupparlo in due realtà professioniste in Serie C.

Nel protocollo di lavoro, da me denominato TOTAL FOOT ANALYSIS TEST, il paziente esaminato avrà una mappatura del suo piede a 360 gradi, sia dal punto di vista anatomo-patologico che prestazionale. Partendo dall’anatomia e dalla biomeccanica del piede dell’atleta sottoposto al test, si analizzano le caratteristiche prestazionali per poi sottoporlo ad un protocollo di lavoro centralizzato nella propriocettività e al rinforzo del piede, tramite l’ausilio di alcuni Box riempiti con differenti materiali, al fine di garantire migliori prestazioni e diminuire le possibilità di infortuni.

Il Test prevede un iter composto da quattro fasi di analisi specifiche dalle quali si otterranno dati, grazie all’ausilio di due macchinari all’avanguardia nel campo medico-sportivo (5 metri di Optojump Next, e il sistema inerziale Gyko) che ci aiuteranno a migliorare il livello prestazionale dall’atleta, oltre a correggerne eventuali patologie.

Il protocollo è stato suddiviso in 4 fasi:

  1. test del salto con sistema bidimensionale con Optojump Next Microgate (visualizzazione del “gomitolo delle posizioni” e, dunque, della posizione iniziale e dello schema del movimento dell’atleta durante il test);
  2. test per l’analisi della corsa con Optojump Next Microgate (visualizzazione del report dinamico - Run Report - che focalizza l’attenzione sulle asimmetrie tra piede destro e piede sinistro);
  3. somministrazione di protocolli atletici personalizzati di allenamento per migliorare le condizioni del piede, con utilizzo di una nuova strumentazione da me ideata, ossia i “Box Propriocettivi” (allenamenti specifici e personalizzati per i piedi, con l’utilizzo di casse di legno riempite con vari materiali, volti a migliorare le condizioni anatomiche, biomeccaniche e prestazionali di ogni singolo atleta);
  4. ripetizione del TOTAL FOOT ANALYSIS TEST (per verificare le nuove condizioni atletiche del piede post allenamenti propriocettivi con Box).

Per quanto concerne i test di salto ne abbiamo selezionati quattro tipi: il CMJ a braccia libere e il CMJ senza l’utilizzo delle braccia, e i 5 Jump con la gamba destra e 5 Jump con quella sinistra. Dalle varie varianti dei test CMJ sono stati presi in considerazione alcuni dati quali l’altezza del salto, il tempo di volo e l’accelerazione; fare lo stesso test con e senza l’utilizzo delle braccia e confrontare i due salti ci è servito per analizzare la differenza di coordinazione del soggetto. Invece, nei test monopodalici denominati 5 Jump (Drift Protocol), abbiamo preso in considerazione alcuni dati specifici quali l’altezza del salto ma, soprattutto, il drifto ovvero l’area occupata nei cinque salti; quest’ultimo dato è un ottimo supporto per identificare eventuale lacuna o assimetria nella gestione della potenza sviluppata sigolarmente dai due arti. Minore è l’area occupata nei cinque salti e maggiore sarà la capacità di gestione.

La Gait Analysis, sviluppata sia in camminata che in corsa (con l’ausilio di un treadmill), è stata scelta con lo specifico obiettivo di valutare i pattern motori applicati nelle differenti andature del soggetto e non di quantificare una prestazione. Oltre a verificare eventuali differenze tra piede destro e sinistro nei vari parametri, abbiamo analizzato, grazie a due telecamere poste posteriormente e lateralmente al soggetto, il video del test per osservare eventuali squilibri posturali.

Durante la terza fase, sono stati somministrati differenti protocolli atletici personalizzati di allenamento al fine migliorare le condizioni del piede (sia in caso di piede sano sia in caso di eventuali patologie), con utilizzo, come già detto, di una nuova strumentazione da me ideata, ossia i “Box Propriocettivi”, costituiti da casse di legno riempite con vari materiali, volti a migliorare le condizioni anatomiche, biomeccaniche e prestazionali di ogni singolo atleta. Le cinque casse sono state ideate appositamente per la creazione di un’area volta alla riatletizzazione e/o al potenziamento del piede con conseguente lavoro sia a livello propriocettivo e di equilibrio sia anatomo-patologico. Tutte le casse presentano la medesima struttura ma pavimentazioni completamente differenti: erba sintetica, cuscino morbido, sabbia, sassi, e tappeti duri con elementi in rilievo.

Questi Box possono essere utilizzati in fila per ricreare una camminata continua di otto metri e mezzo, oppure possono essere intervallati da altri attrezzi (skimmy e/o bosu, ma anche aste, coni, scalette, cinesini, ecc.) per creare dei veri e propri percorsi, oppure utilizzati singolarmente per esercizi motori specifici. È infatti possibile creare protocolli personalizzati in base al paziente che abbiamo davanti e, in base alla situazione anatomo-patologica del suo piede, possiamo alternare questi protocolli propriocettivi ad esercizi di riatletizzazione più classici.

Per quanto riguarda questi ultimi, abbiamo preso in considerazione degli esercizi correttivi derivati da un protocollo di lavoro per combattere l’instabilità della caviglia.

La quarta ed ultima fase del protocollo è stata la ripetizione di tutti i rilevamenti per verificare i miglioramenti anatomo-patologici e prestazionali dei soggetti esaminati, dando supporto scientifico ai lavori atletici ccon l’ausilio dei Box Propriocettivi.

I primi riscontri che abbiamo rilevato e documentato hanno evidenziato che, dopo l’utilizzo giornaliero dei Box, tutti gli atleti che si sono sottoposti al trattamento hanno riscontrato un miglioramento in alcuni casi di lieve entità, mentre in altri in modo più marcato, e questo evidenziabile già all’interno di una seduta ma, ancor di più, dopo un mesociclo.

Abbiamo avuto piena conferma che, oltre ad un benessere psicofisico personale di ogni atleta, ossia una relazione misurabile tra stimolo fisico e intensità di risposta percepita e legata agli stimoli stessi, anche i dati prestazionali rilevati dai vari macchinari sono migliorati.

Michele Iannucci

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