Una delle opzioni sui vari navigatori di guida, a nostra disposizione, è sicuramente la scelta del “Percorso più breve”; questo è inteso come l’itinerario che ci permette di andare dal nostro punto di origine alla destinazione nel minor Tempo possibile.
Per far sì che questo si verifichi, avremo però bisogno di raggiungere alte velocità!
Queste spesso ci portano a oltrepassare i comuni “Limiti di Velocità” imprescindibili quando si guida ma da “evitare” durante molte competizioni sportive.
Nell’ambito dell’atletica leggera, in particolare in tutte quelle competizioni in cui la variabile principale è proprio il tempo, il vincitore è chi riuscirà a percorrere una determinata distanza nel minor tempo possibile, superando il “limite di velocità” degli avversari.
Partendo da una posizione statica si affronterà per prima una fase di accelerazione, che porterà ad una Velocità “X” la quale si modifica durante il tragitto, con seguenti decelerazioni e “riaccelerazioni”.
Che siano i 100m o la maratona le componenti sono sempre le stesse, la velocità di percorrenza (V) sarà data dal prodotto tra la lunghezza del passo (l) e la frequenza (f) dei vari appoggi (V=l*f). Se si prende in considerazione il record mondiale dei 100m maschile (9’’58 – Bolt 2009) la velocità massima (Max V) durante la gara è stata di 12,42m/s risultante da una lunghezza del passo di 2,75m e una frequenza di 4,52hz (passi al secondo).
Pratico atletica leggera dall’età di 8 anni e ventidue anni dopo mi ritrovo ad essere fisioterapista e assistente allenatore per la Nazionale cinese di atletica leggera (100/200/4x100m - Salto in Lungo ) con base a Pechino; il nostro principale obiettivo sono ovviamente le medaglie ai grandi campionati (Olimpiadi e Mondiali) e per raggiungerle dobbiamo semplicemente basarci su quanto detto prima.
Paragonando i nostri atleti a delle macchine di formula 1, dobbiamo essere in grado di metterli nelle condizioni tali di accelerare da 0 a 100 (Max V) e di riuscire a mantenere tale velocità per più tempo possibile.
Senza tener conto delle componenti metaboliche e neurofisiologiche, estremamente importanti, da un punto di vista puramente cinematico la formula vista in precedenza (V=l*f) può essere facilmente scomposta in V=l/(tc+tv) ovvero il rapporto tra la lunghezza del passo e la somma di tempo di contatto e tempo di volo; 1/(tc+tv) è infatti uno dei possibili metodi per ottenere la frequenza degli appoggi.
Lo sport professionistico richiede una continua raccolta di dati, rivolta al monitoraggio costante degli atleti; avere dei feedback oggettivi che si sommino a quelli soggettivi permette di raggiungere le più alte prestazioni non solo nello sprint!
A inizio stagione e in fasi specifiche dei vari cicli di allenamento, con l’aiuto di Optojump, abbiamo analizzato tutti i parametri precedentemente citati e organizzato un modello prestativo cinematico e biomeccanico su misura del singolo atleta e i conseguenti obiettivi da raggiungere durante gli allenamenti;
La necessità di identificare la lunghezza dei vari appoggi e i relativi tempi di contatto e di volo è di fondamentale importanza per permetterci di proporre esercizi che siano il corretto stimolo per lo sprinter. Il ricercare una lunghezza di appoggio o, ancora peggio, una frequenza troppo distante da quelle che si hanno a disposizione andrebbe ad intaccare le tempistiche di elaborazione di un corretto modello biomeccanico. Con il nostro atleta di punta, attuale detentore del record asiatico sui 100m, si è deciso di optare per un miglioramento nella lunghezza del passo; avendo a disposizione un’elevata frequenza, tra le migliori a livello internazionale, l’attenzione è ricaduta sull’ottimizzazione dell’ampiezza durante la fase di Massima velocità.
Riassumendo, le variabili su cui lavorare durante la fase di Massima Velocità sono principalmente l’ampiezza del passo e la frequenza con cui questo si ripete nel tempo; starà all’allenatore capire su quale andare a lavorare per percorrere il tragitto nel minor tempo possibile.
Guidate con Prudenza!
Marco Airale